Escursione Cima Marta e Balcone di Marta
Cima Marta ed il Balcone orograficamente non appartengono alle Valli Intemelie, in quanto si trovano sulla sulla dorsale che , dal monte Grai al monte Saccarello, separa la Valle Argentina dalla Val Roja. Si raggiungono però normalmente da Colla Melosa,la località montana per eccellenza delle valli intemelie, nota non solo per il sentiero degli Alpini,le belle passeggiate sul Monte Corma ed i paesaggi dolomitici dei monti Toraggio, Pietravecchia e Grai ma anche per la massiccia presenza di fortificazioni, risalenti al secondo conflitto mondiale, tra le quali soprattutto va menzionata la postazione in caverna sotto il Balcone di Marta (spesso chiamata "del Barcone" per un errore nella cartografia).
Le pendici prative di Marta vanno anche ricordate per le belle fioriture in primavera/estate e la possibilità di ciaspolate durante la stagione fredda (attenzione ai tratti ghiacciati). Le cime offrono panorami sulle montagne circostanti ( vedute sulla media Val Roya, a Nord/Est,sulle Alpi Marittime ed a Nord Ovest sulle Alpi Liguri).
L'escursione di circa 15 km, può essere "personalizzata" con alcune "varianti" (le principali riassunte nella mappa , non tutte regolarmente manutenute).
Il percorso descritto (Colla Melosa-Balcone di Marta) richiede indicativamente 5.30 ore, difficoltà E. E' anche possibile raggiungere la zona dalla Val Roya, ad es . dalla bassa di Gereone, ovviamente affrontando dislivelli ben più ardui. Informarsi sempre sulla percorribilità.
Parcheggiata la vettura, si imbocca la mulattiera che si stacca alla prima curva della strada militare sulla destra , ove termina l'asfalto (volendo è possibile proseguire in auto se il mezzo ha caratteristiche da fuoristrada). In circa 45' , dopo aver risalito il bosco e l'erta prativa, si raggiunge nuovamente la carrabile poco prima del Rifugio Lepanto sulle pendici Sud del Monte Grai . Da qui , svoltando a destra e proseguendo lungo la pianeggiante strada militare si aggira da sud il Monte Grai. Oltrepassati Colla Bertrand ed il monte Ceriana , si raggiungono le rovine dei Baraccamenti (ex caserme) nella prativa e pianeggiante testata del vallone che scende verso Saorge (Vallone di Marta). Svoltando invece a sinistra, sempre lungo la strada, e poi olrepassando la sbarra della strada che sale sulla destra , si raggiunge la Sella dell'Agnaira, da cui parte il sentiero che aggira a NordOvest il monte Grai e permette di evitare la carrabile. Raggiunta Colla Bertrand la si lascia subito e si risale il Monte Ceriana per poi discendere nel bosco ai Baraccamenti .
Dalle ex caserme una pista inerbata (vietata al transito degli automezzi),conduce alla cima del Balcone(sull'osservatorio militare ora è montata un'antenna) ed alla fortificazione in caverna (accessi poco sotto). Risalendo la china erbosa, evitando la lunga traccia che raggiunge la sommità, si può raggiungere la sovrastante Cima Marta (detta anche M.Vacchè). Le cime sono entrambe in territorio francese a seguito del trattato di Parigi del 1947.
Le fortificazioni della zona di Marta
Cima di Marta e il lungo costone roccioso del Balcone ,che si protende nella media Val Roja ,furono teatro già nella primavera del 1794 , assieme aa altre localita’ dello spartiacque, di sanguinosi attacchi dei rivoluzionari francesi. Tutto il crinale era stato fortificato dagli Austro-piemontesi; Cima Marta, Testa della Nava, Cima del Bosco e l’elevazione di Monte Saccarello rappresentavano i punti di forza della linea di difesa.
Alla fine del XIX secolo la stessa zona vide la realizzazione di numerosi ricoveri e di baraccamenti serviti da diverse strade militari. L’area di Cima Marta assunse grande ruolo strategico diventando la posizione piu’ importante di tutto lo spartiacque: da qui era infatti possibile, salendo da Saorgio e dalla Giandola, aggirare i forti del Colle di Tenda. Attorno al 1890 fu realizzato un campo trincerato costituito da cinque batterie ( due al Balcone di Marta, le altre su Cima di Marta, Testa della Nava e Monte Ceriana). Le truppe erano ricoverate nei baraccamenti di cui ancora oggi si vedono le rovine.
Dopo la prima guerra mondiale ,fu chiaro che le fortificazioni presenti lungo il confine, non erano più in grado di resistere alla moderna artiglieria (proiettili perforanti, canne rigate ; gettata , precisione e capacità distruttiva aumentate). Nuovi bunker e casematte erano necessari, in quanto le artiglieri non potevano più essere utilizzate a cielo aperto e le sottili coperture di calcestruzzo non potevano resistere ai grossi calibri.Si dovevano realizzare capisaldi resistenti , costruiti con calcestruzzo armato, in posti strategici, fiancheggiati e protetti da fortificazioni contigue monoblocco, collegati tra loro da linee telefoniche. Da qui il progetto del Vallo Alpino del governo fascista. Le opere venivano realizzate e standardizzate sulla base di circolari ministeriali ("Circolare 200","Circolare 7000","Circolare 15000").L’area compresa tra Cima Marta e il Monte Toraggio costituiva il Sottosettore V/B Marta e comprendeva in totale diciotto opere (alcune mai completate).Erano previsti centri di resistenza con casematte armate di mitragliatrici ed opere fortificate.
Perno della sistemazione difensiva del settore era l’esteso complesso sotterraneo allestito fra il 1931 e il 1939 nelle viscere del Balcone di Marta, che costituisce la realizzazione più grande del Vallo Alpino nelle Alpi Occidentale.
Il complesso fortificato del Balcone di Marta
Il nucleo principale dell’opera era costituito dalla 605a batteria in caverna per quattro cannoni da 75/27 mod. 06, avente come obiettivo la sottostante strada statale n. 20 della Val Roja. I locali della batteria erano collegati internamente con gli ambienti di due centri di resistenza separati, posti a differenti livelli altimetrici, il centro 35 bis e il centro 35. Queste due opere avevano il compito di fiancheggiare gli accessi alla cresta e di battere frontalmente le provenienze dal territorio francese. Ogni complesso era autonomo rispetto agli altri e dotato di servizi logistici (ricoveri, depositi munizioni, viveri e acqua, posto comando e ventilazione) del tutto indipendenti.Notevole lo sviluppo sotterraneo (in massima parte lunghe gallerie di comunicazione con ripidissime rampe di scale) , circa 1500 metri, con un dislivello complessivo di circa 140 metri. Il centinaio di addetti alloggiavano nelle vicine caserme di Marta e si alternavano ogni 4-5 giorni nel presidio delle opere.
Ultimate praticamente alla vigilia del conflitto italo-francese, non parteciparono ai combattimenti, in quanto questi si svolsero interamente in territorio francese.
Nel settembre del 1943 le opere vennero definitivamente abbandonate ,molte fatte saltare e/o saccheggiate , poi con la rettifica del tracciato del confine sancita dal Trattato del 1947 passarono sotto la sovranità francese.Per le sue peculiari caratteristiche strutturali e per la presenza di alcune tracce degli impianti tecnici (porte stagne, resti degli apparecchi di ventilazione ed elettrici, denominazioni degli ambienti, ecc.) la visita alla batteria del Balcone di Marta e’ senza dubbio molto interessante.
Trattandosi di un’opera complessa e molto estesa, è consigliabile effettuare la visita in gruppo, possibilmente accompagnati da persona esperta , adeguatamente equipaggiati e muniti di sistemi di illuminazione. Gli ingressi del complesso sono due, posti a poca distanza l’uno dall’altro, poco sotto la cima sul versante est. Interminabili rampe di ripide e strette scale, cunicoli , spesso umidità e fondo scivoloso richiedono di prestare la massima attenzione.
Cima e Balcone di Marta | |
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dove | Comune di Pigna / Francia |
monte | Grai, Cima Marta, Balcone di Marta |
park | Colla Melosa - coord. 43°59'26.9" N , 7°41'3.3" E |
luoghi | Colla Melosa, Colla Langan Rifugio Allavena |
motivi | naturalistici, paesaggistici, storico militari |
quando | Tutto l'anno, escluso e giornate sfavorevoli. Inverno molta neve. Attenzione ghiaccio |
lunghezza | 12 km |
tempi | 5-6 ore, soste escluse |
orientamento | sentiero con segnavia, strada ex-militare |
segnaletica | bandierina bianco/rossa,frecce direzionali |
quota | min.m.1590 / max.m.2300 |
dislivello | 700 m |
tipologia | mulattiera, sentiero, carrabile |
difficoltà | nessuna , richiede minimo allenamento (Cai=E), attenzione d'inverno |
esposizione | nessuna |
pericoli | nessuno |
ricoveri | Rifugio a Colla Melosa, Rifugio Grai chiuso |
download | itinerario 3D. Doppio click per scaricare kmz (o aprire direttamente con Firefox Google/Earth) |
download | traccia Gps (.zip) dell'escursione |
cartografia | CTR_1.10000_dal_2007_-_II_Ed_3D_-_DB_Topografico_258010 / 258130 |
informazioni | CAI Bordighera |
Colla Melosa | Colla Melosa si raggiunge facilmente da Bordighera. Si segue l'Airelia verso il confine francese. Superato il ponte sul Nervia si risale tutta la valle, oltrepassando Dolceacqua e Pigna. Raggiunta Colla Langan (35 km) , sul valico si svolta a sinistra ed in si raggiunge Melosa (7 km) |
FORTIFICAZIONI del VALLO ALPINO
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" Il Vallo Alpino a Cima Marta " di Davide Bagnaschino |